Sinistra Democratica

Ciao a tutti,
dopo quanto accaduto in questi ultimi due mesi e in particolar modo sta accadendo in questi giorni è importante per me che voi comprendiate le ragioni che mi hanno spinto a scegliere Sinistra Democratica. In questo post vorrei esprimere le ragioni che mi hanno spinto a non proseguire con il progetto del Partito Democratico, in cui non mi riconosco, ma di andare avanti coerentemente con quello che è stato il mio percorso politico fin dagli inizi.
Una parte maggioritaria degli iscritti DS intende dar vita alla costituente del Partito Democratico. noi ci siamo opposti a questo approdo che giudichiamo politicamente sbagliato, in quanto mette la parola fine all'esistenza politicamente autonoma della più grande forza della sinistra italiana proprio quando, con Prodi e l'Unione, si è realizzata l'unità della sinistra al governo per la prima volta dal dopoguerra. Peraltro questa unità non è un episodio né isolato né casuale, bensì il frutto di un progressivo consolidarsi di esperienze unitarie. Dalla lotta contro le scelte del governo Berlusconi (attacco all'art. 18 dello statuto dei lavoratori, la guerra in Iraq, le leggi vergogna, la messa in discussione della 194 e dei diritti delle donne) al governo di città province e regioni, queste esperienze hanno riavvicinato e responsabilizzato, in un impegno comune, anime e sensibilità della sinistra italiana. Essa ha saputo passare così dalle divisioni e dai settarismi del passato a convergenze politico-programmatiche che, senza annullare le differenze, hanno messo in risalto punti in comune e valorizzato una visione unitaria dei problemi e delle priorità del nostro paese, in un processo di arricchimento e trasformazione. Ed è maturata in questi mesi una rilevante novità politica, la crescita di una nuova fase di interesse a sinistra e per la sinistra nella vasta area di cultura ed esperienza socialista. Anche per questo non condividiamo la scelta dei DS. Noi, che ci battiamo per il rinnovamento della sinistra, che facciamo riferimento al socialismo europeo, abbiamo il dovere politico di rendere esplicita una proposta e di manifestare quali siano le nostre intenzioni a partire dalla nostra realtà. Non ci sembrerebbe utile politicamente, né rispettoso del confronto congressuale, partecipare alla costituente del Partito Democratico, a fare da remora politica ad un processo che non condividiamo e che consideriamo un approdo strategicamente sbagliato. Per questo, da iscritti e militanti DS, abbiamo dato vita ad una iniziativa politica a tutti i livelli per promuovere un processo di aggregazione unitaria della sinistra, di ispirazione socialista, laica ed autonoma. Occorre riaprire la sfida per la creazione di un partito che per avere queste caratteristiche, possa raccogliere il meglio della tradizione laica, socialista, comunista, ambientalista, che ha un ruolo centrale nella storia e nella cultura del Paese. Pensiamo che sia necessaria una sinistra rinnovata, una non più rinviabile ricomposizione dell'Unione che assuma il lavoro come arma per sconfiggere la precarietà e la società bloccata, i due veri nemici delle giovani generazioni. Una sinistra convinta della connessione stretta tra diritti sociali e diritti individuali di cittadinanza. Una sinistra che costruisca politiche pubbliche per allargare la cittadinanza, dal riconoscimento delle multiformi scelte di vita individuale, affettiva e di relazione al diritto allo studio e alla formazione come chiave per il futuro, dal diritto alla casa come strategia per la ricostruzione del senso della città e dell'appartenenza per tutti, compresi i cittadini delle comunità straniere, al diritto alla sicurezza e ad un ambiente sano. Siamo pronti ad aprire un nuova fase di discussione, ampliata e portata ovunque nel territorio, sui temi indicati, fin dai prossimi giorni. Ed è importante riprendere il filo del confronto aperto con Rifondazione Comunista, con i Verdi, i Socialisti e i Comunisti Italiani, estenderlo a tante altre realtà di tipo associativo, perchè il rinnovamento della sinistra non è un campo esclusivo o chiuso. Non deve essere un lavoro da "Stati Maggiori": sarà positivo se crescerà con il contributo di tante persone che, ciascuno nel suo ambiente, ne sarà stato sollecitatore e protagonista. Insomma, un nuovo inizio che possa essere non solo detto ma praticato.

Guido